Salvaguardia equidi siciliani: Istituto Incremento Ippico consegna i risultati finali

Catania –  E’ nel giorno della consegna dei primi risultati del progetto “Recupero, Conservazione e Valorizzazione delle Risorse Genetiche Equine ed Asinine Siciliane”, realizzato dall’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia che arriva la notizia che l’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea ha approvato e già finanziato un altro anno di attività per poter implementare gli studi di valorizzazione delle razze genetiche degli equidi autoctoni siciliani, un patrimonio storico-culturale a rischio estinzione da conservare e tutelare.

A confermarlo è stato il commissario straordinario dell’ente, Ignazio Mannino. “Un progetto capace di avere concluso il percorso di riconoscimento a Razza del Cavallo Siciliano, dopo un lungo iter, e di avere aperto la strada a quello dell’asino grigio siciliano, con un piano di caratterizzazione per i Tipi Genetici Autoctoni (TGA). “In generale – ha proseguito il direttore dell’Istituto Michelangelo Bentivegna – il progetto ci consegna un piano di salvaguardia per le razze già riconosciute (Cavallo Purosangue Orientale, Cavallo Sanfratellano, Asino Pantesco e Asino Ragusano) e un Piano di caratterizzazione genetica e morfologica, su cui continuare a lavorare, oltre ad una Banca del Seme per lo stoccaggio di seme degli stalloni oggetto dell’indagine”.

Il progetto, che ha già beneficiato delle risorse della Misura 10.2.b “Conservazione delle risorse genetiche animali in agricoltura” del Piano di Sviluppo Rurale per la Sicilia 2014-2022, si è avvalso della collaborazione delle Università di Catania (Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente, Di3A) di Messina (Dipartimento di Scienze Veterinarie). Gli studi di genetica degli equidi sono stati affidati al prof. Salvatore Bordonaro, responsabile scientifico che ha coordinato il gruppo formato da Morena Carlentini, dottoranda Di3A, Serena Tumino, ricercatrice Di3A e Andrea Criscione, docente Di3A; la responsabilità scientifica degli aspetti morfologici è stata affidata al prof. Alessandro Zumbo (Dipartimento di Scienze Veterinarie – Unime), mentre Elina Scollo, medico veterinario, consulente per la Riproduzione e la Banca del seme ha coordinato le attività di laboratorio del team di veterinari, tra cui Carla Mainenti, medico veterinario, che nel corso del convegno è intervenuta sulla “Scelta degli stalloni, prelievo e conservazione del seme”. La tavola rotonda è stata moderata da Concetta Torrisi, medico veterinario, funzionario dell’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia.

“Il progetto è stata l’opportunità per riscoprire la Sicilia e il mondo dei cavalli e degli asini – ha commentato Salvatore Bordonaro, responsabile scientifico – Un’analisi complessa sulla ricca biodiversità che ha fatto emergere aspetti importanti. Mi riferisco, in particolare all’asino Pantesco, dal cui studio del DNA mitocondriale abbiamo riscontrato un unico aplotipo che lo rende esclusivo tra le razze asinine, mentre nell’ambito dei cavalli, lo studio genetico ci consegna la loro potenzialità all’adattamento ai cambiamenti climatici”.

“Sull’attività progettuale relativa alla caratterizzazione dell’asino grigio siciliano ai fini del riconoscimento come razza, siamo contenti che il lavoro proseguirà. Al momento abbiamo accertato che si tratta di un tipo genetico che ha molto in comune con l’asino ragusano. Questo non è un limite, anzi una conferma alla storia dell’asino in Sicilia, perché prima del riconoscimento nel 1954 della Razza Ragusana come tipo genetico autoctono, gli asini erano indifferentemente, per il colore del mantello, bai e grigi. L’asino Grigio resta, dunque, un gruppo da salvaguardare per la sua diversità fenotipica e per la memoria storica che si riscontra in antichi testi di zootecnia”. “Proseguendo le attività, avremo la possibilità – ha aggiunto il prof. Alessandro Zumbodi implementare il numero di animali da poter seguire, valutando l’aspetto morfologico. Speriamo di poter raggiungere anche questo traguardo”. “Il progetto nel suo insieme ci ha dato anche una visione molto più ampia della biodiversità in Sicilia, un patrimonio storico-culturale che va conservato e tutelato”.

“Un progetto che ci lascia anche dei documenti importanti – ha ricordato il direttore Michelangelo Bentivegnada una fotografia-poster dell’ultimo acquisto dell’Istituto Incremento Ippico, Trionfo Siculo II, esemplare straordinario di cavallo  Siciliano che arricchirà la vetrina storica degli stalloni protagonisti sin da quando l’Istituto era Regio Deposito Stalloni, ad una video-intervista ad uno dei più importanti allevatori di Cavallo Purosangue Orientale, Pucci Giuseppe Majorana che voglio pubblicamente ringraziare per avere donato 8 esemplari: Nicandro, Aurora Bruna, Adone Bello, Zenia, Halima, Quirin, Arez e Talata, da oggi entrati a far parte del patrimonio dell’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia”.

Nell’ambito delle attività è stato anche realizzato catalogo fotografico nel quale è descritta e indicata per genealogia una selezione di stalloni in dotazione all’Istituto Incremento Ippico, custoditi nelle scuderie tra Catania e Tenuta Ambelia, a Militello Val di Catania; nelle stazioni di monta nelle contrade di Ciccaldo a San Fratello e Mirtoti a Caronia, entrambe in provincia di Messina. Realizzata anche la riproduzione di un testo storico del 1935, testimonianza di come venivano indicati la presenza e la distribuzione degli stalloni in quegli anni, in tutte le stazioni di monta presenti sul territorio isolano.