Commemorato a Messina l’eroico intervento dei Marinai russi dopo il terremoto del 1908

In ricordo dell’aiuto dato dalla Marina Russa alla popolazione messinese falcidiata dal tragico terremoto di cui quest’anno ricorre il 110° anniversario, stamani presso il monumento dedicato ai coraggiosi marinai russi sono state deposte due corone d’alloro dal Sindaco di Messina, on. Cateno De Luca e dal Presidente della Fondazione Sant’Andrea l’Apostolo di Mosca, Vladimir Yakunin. Alla significativa cerimonia hanno preso parte il Comandante del Comando Marittimo Sicilia, Contrammiraglio Nicola De felice e il Comandante Anton Kuprin dell’unità navale russa “Admiral Essen”, giunta in rada a Messina per queste celebrazioni. Il terremoto che portò morte e distruzione oggi, grazie all’eroico esempio dei marinai russi è l’occasione “per rinsaldare i rapporti tra Russia e Italia” ha ribadito Presidente della Fondazione Sant’Andrea l’Apostolo di Mosca, Vladimir Yakunin .
Il Console Onorario della Federazione Russa, on. Giovanni Ricevuto, ha ricordato gli eroi che intervennero in quel tragico momento e con incredibile abnegazione e a rischio delle proprie vite soccorsero la popolazione messinese. “Il sentimento di gratitudine che i cittadini messinesi avvertono ancora adesso nei confronti di “quegli angeli venuti dal mare” ha sottolineato l’on. Ricevuto “oggi si traduce in un abbraccio fraterno, che va oltre le parole, per quei marinai e per loro, si estende alla Fondazione Sant’Andrea l’Apostolo di Mosca e il presidente Vladimir Yakunin, che ha donato il monumento davanti al quale ci è consentito a distanza di 110° anni di celebrare questo ricordo”. Anche il Console Generale della Federazione Russa a Palermo, Evgeny Panteleev, ha rammentato nel suo discorso quanto sia presente, nella memoria russa questo evento che ha segnato così tragicamente il destino della Città di Messina. Le corone deposte al monumento dei marinai sono state benedette da Monsignor Cesare Di Pietro e da Padre Sergei della Chiesa Ortodossa. Entrambi i ministri di culto hanno esortato i presenti ad un intenso momento di preghiera per la pace e la fratellanza, nel ricordo di quel triste evento che rese “fratelli nella sofferenza” popolazioni solo geograficamente distanti.