La Sicilia preistorica. Tre giorni di studio internazionale

Catania – Com’era la Sicilia preistorica e quali le sue relazioni nel Mediterraneo? Se lo chiedono gli studiosi che da  a Catania e Siracusa hanno affrontato il tema nel corso di una tre giorni di livello internazionale realizzata dall’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e dal Parco Archeologico e paesaggistico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai, diretto da Carlo Staffile, sotto la direzione scientifica dei Dipartimenti di Scienze della Formazione e di scienze umanistiche dell’Università di Catania e della D.ssa Rosalba Panvini, già Soprintendente dei Beni culturali di Catania, e dal dott. Fabrizio Nicoletti e  dott. Pietro Militello. Il Congresso ha preso il via a Catania nell’ex Monastero dei Benedettini, a partire dalle ore 9.00, per concludersi giorno 9 al Museo Paolo Orsi di Siracusa – affrontando il tema delle nuove conoscenze scientifiche e metodologiche nell’ambito della ricerca, ma anche l’aggiornamento dei dati sulla preistoria siciliana come nodo centrale delle relazioni culturali e biologiche nel Mediterraneo, dalle origini del popolamento umano e animale al fenomeno della colonizzazione fenicia e greca.

“La Sicilia, fin dall’antichità – ha sottolineato l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, in foto è stata al centro degli scambi e delle relazioni che attraverso il Mediterraneo si sono consolidate e ne hanno fatto snodo naturale. Approfondire questa dimensione sin dal periodo preistorico consente di poter comprendere meglio il nostro presente e progettare un futuro nel quale la Cultura sia posta al centro di un nuovo modello di sviluppo”. La natura di “ponte filtrante” di questo spazio, definito “crocevia”, è archeologicamente nota dal XIX secolo, da quando Paolo Orsi impostò per primo i termini delle relazioni tra Sicilia e Mediterraneo orientale durante la preistoria. Ma è nel Secondo dopoguerra, con lo scavo sull’acropoli di Lipari di Luigi Bernabò Brea, che l’arcipelago ha dimostrato appieno il suo ruolo di mediazione nelle relazioni ad ampio raggio tra le diverse parti del Mediterraneo. Tali relazioni sono state successivamente approfondite, anche in convegni dedicati, che tuttavia non hanno mai focalizzato il tema nella sua globalità cronologica e geografica.
Il Congresso ha puntato, pertanto, ad una analisi aggiornata e complessiva di queste relazioni, sia attraverso l’esame di aspetti generali, sia mediante la conoscenza di fenomeni puntuali e circoscritti, per cronologia, per tema o per territorio.

RoAn