Ottava di S. AGATA: OMELIA di Mons. Gristina

Catania – Busto reliquario di S. Agata nel Sacello. Con l’ Ottava di S. Agata si chiudono i festeggiamenti della Patrona della città dell’ elefante. Nessun problema di ordine pubblico quest’anno, anche il rientro in cattedrale della scorsa settimana è avvenuto in serenità e composta preghiera. L’Omelia di Mons. Salvatore Gristina segna l’arrivederci ad agosto quando i “Devoti Agatini”  rivedranno la Santa Agata Patrona di Catania.


Fratelli e Sorelle nel Signore,
Carissimi Devoti di Sant’Agata,

Con questa Santa Messa e con la breve processione che seguirà subito dopo, concludiamo i festeggiamenti 2020 in onore della nostra Patrona Sant’Agata vergine e martire. Abbiamo vissuto intense giornate di festa e di devozione e ciascuno vi ha preso parte come ha potuto e certamente tutti ne conserveremo un vivo ricordo.
La Parola di Dio che abbiamo appena ascoltato ci indica i ricordi più importanti e più utili che dobbiamo conservare affinché la nostra devozione verso Sant’Agata diventi sempre più autentica, trasformandosi in imitazione di lei.

La pagina del Vangelo che è stata proclamata (Mt 10, 17-22) è tratta dal capitolo 10 di Matteo che gli studiosi presentano come “discorso missionario” di Gesù. Dopo aver scelto tra i discepoli i dodici apostoli, Egli li invia per una prima missione dando loro precise istruzioni. Gesù non nasconde le difficoltà che gli inviati incontreranno. Le parole di Gesù si realizzarono per gli apostoli che le udirono, ma riguardano i discepoli di tutti i tempi, e, quindi, valgono anche per noi.
Nelle parole di Gesù possiamo sottolineare tre aspetti fondamentali.
Egli presenta le difficoltà e le persecuzioni come occasione di testimonianza da parte dei discepoli.
Essi, in quei momenti, non saranno abbandonati a se stessi: sperimenteranno, invece, una particolare assistenza divina. La loro testimonianza, quello che diranno, non sarà una semplice parola umana perché sarà lo Spirito del Padre a parlare in loro. Per questo il discepolo sarà perseverante fino alla fine e così sperimenterà la salvezza che viene dal Signore.

Testimonianza, assistenza da parte del Signore, perseveranza: questi tre termini costituiscono il ricordo più bello che dobbiamo conservare delle giornate che abbiamo vissuto in onore di Sant’Agata. Dobbiamo ricordarla sempre come una coraggiosa testimone di Gesù. Martire significa testimone ed Agata lo fu in modo straordinario. Quinziano la fece arrestare e la consegnò ad Afrodisia che, con le figlie, tentarono invano “di distogliere la sua santa mente dal buon proposito” di seguire Cristo. Nemmeno le minacce di Quinziano spaventarono Agata.
Nelle sue risposte ad Afrodisia e a Quinziano troviamo la realizzazione della promessa di Gesù. Agata fu, infatti, assistita dal Signore e parlò con quella sapienza che spiazzò Quinziano e che meraviglia noi suoi devoti.
Ci farà, perciò, tanto bene conoscere le affermazioni di Agata: vi troviamo la sapienza che viene dallo Spirito Santo, la stessa sapienza che è data anche a noi, se sappiamo accoglierla.

Agata fu testimone perseverante con la forza e la sapienza che ricevette dal Signore e in lei si realizzò pienamente quello che scrive Paolo nel brano della Lettera ai Romani (8, 31b-39) che costituisce la prima lettura della nostra celebrazione.
Agata sperimentò veramente che Dio era per lei, si accorse, cioè, dell’amore di Dio nei suoi riguardi ricevendo la bella notizia, il Vangelo, di tutto ciò che Gesù ha fatto per noi e per la nostra salvezza. Per questo si innamorò di Gesù e volle essere sua per sempre. Non permise che le lusinghe di Afrodisia, né le minacce di Quinziano la separassero da Gesù.

Fratelli e sorelle, in questi giorni che abbiamo voluto trascorrere con Agata, ci siamo accorti che lei ci ha ripetuto le stesse parole di San Paolo: “Io sono … persuaso che né morte né vita, né angeli né principati né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore”.
Ci siamo accorti che Agata ci ha così comunicato la sua esperienza e ci ha rivelato il segreto della sua giovane esistenza? Gesù è stato sempre al centro della sua vita e perciò Agata fu una vera cristiana e rimane un eloquente esempio per tutti noi e particolarmente per i suoi coetanei, le care ragazzi e i cari ragazzi di oggi. Perciò Agata in questo momento chiede a ciascuno di noi: vuoi essere vero cristiano, vera cristiana? Vuoi imitarmi restando sempre con Gesù, non permettendo a nessuno di separarti da Lui?

Restando unita a Gesù, Agata attira tutti noi. Questo ci aiuta a comprendere la sottolineatura che Papa Francesco ripete spesso: siamo, dobbiamo essere, “discepoli missionari”.
Egli scrive: “In virtù del Battesimo ricevuto, ogni membro del Popolo di Dio è diventato discepolo missionario … Ogni cristiano è missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù; non diciamo più che siamo “discepoli” e “missionari”, ma che siamo sempre “discepoli – missionari” (Evangelii gaudium, 120).
Agata è “discepola-missionaria”: ha incontrato Gesù e l’ha seguito fino al martirio e svolge la missione di spingere tutti noi all’incontro personale con Gesù. Ella certamente ci riesce, come dimostra la nostra numerosa presenza qui in Cattedrale o tramite il collegamento con i mezzi di comunicazione sociale. Ma questo tipo di presenza non basta. Infatti, Agata non vuole attirarci soltanto a sé, non vuole che ci fermiamo a lei. Anche questa sera lei ci spinge all’incontro con Gesù, per ascoltare le sue parole, il Vangelo per metterlo in pratica sempre e dovunque.

Gesù, anche con l’esempio di Sant’Agata, ci vuole coinvolgere nella sua missione di annunzio del Vangelo. Dobbiamo essere coraggiosi testimoni di Gesù e Sant’Agata ci incoraggia con il suo esempio per restare sempre uniti a Lui. Uniti a Gesù saremo come Agata “liberazione della Patria”, saremo una benedizione nell’ambiente dove viviamo e svolgiamo le nostre attività.
Diventeremo persone meno egoiste e sempre più attente nei riguardi del prossimo e, soprattutto, delle persone che sperimentano particolari difficoltà.
L’esercizio delle opere di misericordia corporali e spirituali diventerà per ogni autentico devoto di Sant’Agata la continua possibilità per manifestarsi come vero “discepolo-missionario”.
Tutto questo ci sia concesso dall’Onnipotente Signore per l’intercessione della nostra concittadina e patrona, Sant’Agata vergine e martire.

Così sia per tutti noi.

Salvatore Gristina